domenica 7 febbraio 2016

La conferenza stampa di Luciano Spalletti alla vigilia di Roma-Sampdoria

Ecco le parole di Luciano Spalletti nella conferenza stampa alla vigilia di Roma-Sampdoria
Quali sono le condizioni degli infortunati e di Strootman?
“Bisogna valutare bene oggi, anche se ci sono stati dei miglioramenti. Florenzi e Digne hanno fatto tutto l’allenamento su alti ritmi. Dzeko va rivisto oggi, fino a ieri ha lavorato a parte. Per De Rossi un po’ di problema c’è, deve fare delle cure e oggi non svolgerà tutto l’allenamento. Il punto della situazione lo rifaremo tra un po’. Strootman ha fatto vedere di essere sulla strada giusta e quali sono le sue qualità. Mi è piaciuto vederlo fare due contrasti mettendo il piede a risultato acquisito. Mi è piaciuto anche quando è andato a fare il proseguimento della barriera avversaria. È talmente sensibile alla sua professione e ai comportamenti che va a fare le cose più normali che di solito fanno quelli di contorno della squadra. È una persona straordinaria”.
Per la prima volta da quando c’è lei, Nainggolan non ci sarà: al suo posto schiererà Florenzi, Perotti o Salah?
“Penserei anche a Vainqueur, e ce ne sono altri in attesa degli sviluppi medici. Son tutte soluzioni giuste ma bisogna lasciar scorrere anche l’allenamento di oggi per sapere qualcosa in più sulla formazione. Florenzi e Iago Falque possono fare bene in quel ruolo. Il centrocampo è il reparto in cui abbiamo più numeri, qualità e livelli in equilibrio”.
Sarà la prima sfida da allenatori con Montella: cosa la colpisce di più nel suo ruolo attuale?
“La qualità del tecnico, l’equilibrio delle sue squadre. Tutti hanno apprezzato il suo ruolo nella Roma sin dalle giovanili: ha fatto tutte le tappe che un allenatore forte deve fare per formarsi. Arrivato in prima squadra ha fatto vedere di avere le qualità. A Catania ha mostrato il suo valore, anche nella Fiorentina tutti lo hanno apprezzato ed è arrivato nelle prime posizioni. Sa fare il suo mestiere ed avrà un futuro importante. È intelligente e pronto sempre a migliorarsi: sarà un avversario difficilissimo da affrontare”.
“Aggiungo una cosa sulla conferenza di presentazione di Zukanovic. Su di lui ho detto cinque qualità e ho aggiunto che non è velocissimo ma che sa fare il suo mestiere. Nella sua conferenza gli è stato detto: “L’allenatore ha detto che sei lento”. Il giocatore è venuto a chiedermi se avessi detto che era lento: dire di una persona che non è elegantissima, non equivale a dirle che è vestita da schifo”.
È stato un caso che la miglior partita della Roma dal punto di vista del gioco sia arrivata senza una prima punta in campo?
“Di punte ne avevamo due e hanno segnato entrambe. Hanno fatto un lavoro particolare. La morale è che non sono le punte a fare il risultato ma il lavoro che produce la squadra, il movimento che non dà riferimenti, il dare una mano in fase difensiva. È l’assieme di qualità che i giocatori mettono in campo che poi porta alla vittoria. Chi fa gol dà un contributo enorme, ma altrettanto danno quelli che corrono. Non a caso Perotti e Manganelli sono quelli che hanno corso di più in tutta la partita con il Sassuolo. Il mio compito è valutare il lavoro di tutti in campo, non solo i gol, che sono importanti ma vanno anche valutati i comportamenti, tutto il lavoro svolto, la disponibilità di corsa e la continuità”.
Keita ha detto che non è facile giocare con i tifosi che fischiano: è d’accordo?
“È vero che se vai all’estero e ti fai un giro dei campionati c’è più supporto piuttosto che tifo contro, e si mettono i ragazzi a proprio agio. Noi, chiamandoci Roma, abbiamo la responsabilità di cercare di fare risultato sempre: abbiamo privilegio e responsabilità di giocare nella Roma. Bisogna smettere di dire dell’ambiente di Roma, che è difficile, che non ci si possa lavorare. Smettiamola, costruiamo un stile Roma.
Ho fatto ai ragazzi un esempio che mi è rimasto addosso. Con lo Zenit si andava dall’altra parte del mondo a fare la preparazione: una volta mi è capitato di trovare un ragazzino in ascensore che mi guarda. Avevo la tuta dello Zenit e mi dice “Spalletti Roma”. Come Spalletti Roma? Zenit. E lui: “No no, you are Roma coach!”. È questo che deve assorbire tutte le nostre attenzioni: dall’altra parte del mondo sono le vittorie ad essere importanti. I bambini sanno chi siamo e abbiamo un dovere verso questi bambini”.
I palloni persi stanno diminuendo: rinnovata concentrazione o degli allenamenti in settimana?
“Per me i ragazzi lavorano in maniera corretta. I tuoi dati sono qualcosa a cui fare attenzione, ma molto importante è anche il dato sui palloni riconquistati, molto più delle percentuali di possesso palla. Siamo aumentati sulle palle conquistate e abbiamo diminuito le palle perse anche nel traffico e nel fraseggio stretto. Dipende anche dalla ritrovata tranquillità. Mi piace sottolineare questo dato, a cui tutti hanno partecipato”.
Nella scorsa stagione ci sono stati oltre 30 infortuni muscolari e quest’anno siamo sulla stessa media: sfortuna o problema su cui lavorare?
“Gli infortuni vanno a colpire la squadra che deve fare risultato e non sta dando quello che potrebbe. Quindi si innesca il meccanismo: non fanno risultato perché si infortunano, ma se non si fa risultato, a livello di testa si è più deboli e si è più soggetti all’infortunio. In caso di cambio allenatore questo aumenta in quanto si vuole fare il massimo per fare buona impressione. È un po’ un cane che si morde la coda”.
Abdullahi Nura è pronto per il salto in prima squadra?
“Nura ha fatto la visita dell’abilitazione e gli è stato concesso di potersi allenare con noi. È impressionante, la velocità che ha: sembra un soffio di vento e quando arriva a destinazione sembra che non abbia corso lui. Ora va studiato come inserirlo in un ambiente in cui possa crescere e maturare senza mettergli subito delle responsabilità addosso”.
Che ne pensa del ritorno di Gerson in Brasile?
“Gerson non è mai stato tesserato, era qui e non era contento della situazione perché giustamente voleva esercitare la sua professione e insieme alla società ha trovato questa soluzione. Da quello che ho visto mi è sembrato un giocatore di grande qualità e intuizione, ma dobbiamo pensare a quello che abbiamo qui”.
Wojciech ha dichiarato di avere un legame affettivo oltre che contrattuale con l’Arsenal: lei lo vede concentrato sulla Roma?
“Se uno ha delle ammirazioni e ce le dice è meglio, così sappiamo la situazione, sarebbe peggio se non lo dicesse. È un ragazzo intelligente e freddo, grandissima qualità per un portiere. A volte sembra quasi troppo rilassato ma invece è concentratissimo: è il carattere del portiere vero. Mi piace come portiere e come persona, ha fatto grandi interventi e sa giocare bene con i piedi, qualità importante per un portiere moderno. È una delle prime qualità che vanno viste nel suo ruolo, ti permette di far partire il gioco dalla difesa con la superiorità numerica. Comunque io leggo tanto, quasi tutto e Szczesny ha detto anche che potrebbe rimanere alla Roma”.
Keita e Maicon sarebbero alla terza partita in otto giorni: li utilizzerà domani?
“Il numero di partite ravvicinate di Seydou e Maicon va tenuto in considerazione. Ma va anche detto che questa sequenza di partite li ha rimessi nel ritmo partita”.
Quali sono le condizioni di Dzeko?
“Su Dzeko c’è un solo fatto: lo serviamo male. Lo dobbiamo sostenere di più e meglio, non necessariamente andando sul fondo. Si può usare anche la palla buttata visto che fisicamente è una belva. Quando si ha un giocatore con queste qualità si deve predisporre l’azione da dove fa cadere lui la palla, che non è una cosa casuale ma organizzata. Dobbiamo trovare la strada per farlo sentire dentro il nostro gioco”.

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