lunedì 9 febbraio 2015

Serie A, Roma: Verde, così Conti bruciò la Juve


lunedì 09 febbraio 2015

Serie A, Roma: Verde, così Conti bruciò la Juve

A 13 anni era in giallorosso e un osservatore perse il posto. «E' il giorno più bello»

di Roberto Maida






CAGLIARI - Sembrava un batuffolo di ovatta, con quella divisa bianca più grande di lui: «Beh, non è che sia molto alto. Per fortuna me la cavo con il dribbling». E ha coraggio. Quando Garcia gli ha comunicato che avrebbe giocato titolare, non ha tremato. Non stavolta. «A Palermo per l'esordio ero molto teso, qui meno. Non posso tirarmi indietro se voglio andare avanti». Questa ambizione fresca, presuntuosa eppure decisa, è l'essenza di Daniele Verde, il ragazzino che ha demolito il concetto di emergenza: senza i tanti assenti della Roma, adesso giocherebbe il Torneo di Viareggio con gli altri diciottenni e non la serie A.

DETERMINANTE - Ma vale anche il contrario. Senza Verde, forse la Roma non avrebbe vinto a Cagliari cancellando il concetto di paura. Non tanto e non solo per i due assist - il primo per idea ed esecuzione ricordava tanto papà Totti - ma anche e soprattutto per la minaccia costante sulla partita. Basti ricordare che su undici tiri di squadra verso la porta avversaria, cinque sono partiti dal suo piede. E peccato che quello più pericoloso, sul tracciante di Keita, gli sia capitato sul destro, che usa con meno disinvoltura. Altrimenti la sua domenica sarebbe stata incredibile. «Ma questa resta la serata più bella della mia vita - racconta Verde - Garcia mi aveva chiesto di non emozionarmi e io ho cercato di dimostrare le mie capacità e la mia personalità. Se l'allenatore me lo chiederà, ci riproverò».

UMILTA' - Se però gli chiedessero di raggiungere i coetanei per la seconda fase del Viareggio sarebbe contento lo stesso. I compagni di Primavera ieri invece di godersi i carri del carnevale sono rimasti in albergo a guardarlo in tv: «Sono a disposizione ma sono sicuro che i miei compagni andrebbero avanti anche se io non dovessi esserci».Semplicità e lavoro, ecco Verde: «Il primo gol nasce da uno schema che proviamo sempre. Il secondo invece è solo un cross. Meglio il tiro di Paredes, con coordinazione livello 10». Semplicità e fede, ecco Daniele: «Ho alzato gli occhi al cielo al gol di Ljajic, perché sono credente. Prego sempre, anche per me». E vai con i paragoni: «Mi viene da ridere se penso a Cristiano Ronaldo. A lui mi ispiro ma anche a Francesco Totti».

RICONOSCENZA - Il cuore tenero non dimentica gli affetti privati: mamma Patrizia, a cui ha dedicato un fantastico post su Facebook «per i sacrifici che ripagherò», e papà Peppino, che lo hanno tirato su in un quartiere di Napoli dove è facile perdere l'orientamento (e la toponomastica non c'entra). «Questa partita è per loro, la cosa più preziosa che ho. E poi per la mia ragazza, per tutti quelli che mi vogliono bene». A Pianura conserva ancora gli amici d'infanzia e torna spesso. E' laggiù che la Roma lo ha individuato quando aveva 13 anni strappandolo alla Juventus. Dicono che l'osservatore campano della zona abbia perso il posto, dopo essersi fatto soffiare questo talento così cristallino da Bruno Conti. Verde ha accettato la sfida romana, si è trasferito nel pensionato di Trigoria, e al compimento dei 18 anni con i baby-compagni Di Mariano e Adamo ha preso un appartamento proprio dall'altra parte della strada, di fronte al centro sportivo. A inizio stagione ha firmato il contratto da professionista (2018) senza lasciare l'istituto tecnico di Ostia dove vuole diplomarsi. E con i primi soldi si è regalato una Smart. «Oggi non so nemmeno cosa provo. Se poi ci sarà di nuovo spazio per me, mi darò da fare». Chiamatelo se serve: 53, numero Verde.



Nessun commento :

Archivio blog

Blog as roma