mercoledì 4 marzo 2015

Roma, De Rossi è un caso: fischiato dai tifosi

mercoledì 04 marzo 2015


Lunedì la contestazione dei tifosi è stato il sintomo di una nuova crisi di rapporti tra lui e l’ambiente. Il suo rendimento non è all’altezza del super ingaggio

di Guido D'Ubaldo
ROMA - Lunedì, quando è stato sostituito da Garcia, Daniele De Rossi è stato fischiato da tutto l’Olimpico. Prima i tifosi juventini, poi gran parte di quelli romanisti, delusi dalla prestazione del centrocampista, al quale Garcia non ha fatto finire la partita per la terza volta nel giro di un mese. Era accaduto contro il Parma, contro il Feyenoord all’andata e proprio contro gli olandesi il tecnico francese a metà delsecondo tempo aveva rinunciato a Totti e De Rossi, proprio come ha fatto ieri, nel tentativo di agguantare il pareggio. Il centrocampista, da quando è rientrato dopo l’infortunio, il quindici febbraio, è stato sostituito tre volte e a Verona è rimasto in panchina. Non era mai accaduto. Così come non era mai accaduto di sentire quei fischi.

I SOLDI - Daniele De Rossi guadagna sei milioni l’anno e ha un contratto fino al 2017, firmato con la nuova proprietà americana. E’ il calciatore che guadagna di più in Italia e che vive un momento particolare della sua carriera. Alla Juve nessuno supera il tetto dei cinque milioni, il monte ingaggi complessivo dell’Empoli è meno del doppio (11 milioni) di quello del centrocampista di Ostia.

LO SCENARIO - Contro la Juve De Rossi ha rischiato il cartellino rosso. Orsato lo ha graziato dopo il primo intervento su Vidal, dopo quattordici secondi e poi anche poco prima della sostituzione ci sono stati altri due interventi nei quali solo all’ultimo istante ha ritirato la gamba. Un’altra partita complicata, che si inserisce perfettamente in un momento poco felice. Ma De Rossi resta un giocatore importante per Garcia, anche in vista della prossima stagione, se davvero il tecnico francese resterà sulla panchina giallorossa. Ma molto dipenderà dall’epilogo di questo campionato. De Rossi resta uno dei leader dello spogliatoio, un punto di riferimento per la società, anche se quell’ingaggio diventa ingombrante. Un ingaggio che rende difficile ipotizzare qualsiasi ipotesi di cessione.

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