lunedì 25 aprile 2016

Spalletti ha 4 jolly. La Roma se la gioca













La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Undici contro undici, inse­guendo la Champions. Anche se poi non è così, almeno sulla carta, almeno sui numeri, almeno per quello che ci ha fatto vedere il campionato fino ad oggi. Perché da una par­te ci sarà una squadra, ilNapoli, che ha una formazione titolare e che gioca quasi sempre con gli stessi uomini(«Ma se Sarri ha fatto questa stagione di valore, vuol dire che ha avuto ragione a fare queste scelte», ha commen­tato ieri Spalletti). E dall’altra una Roma che ha cambiato pelle strada facendo (da Garcia a Spalletti) e che comunque ha di­ mostrato di riuscire a girare gli uomini di più rispetto ai campa­ni. Ecco, a conti fatti se la Roma oggi potrà portare a casa la par­tita è anche perché alla fine si potrà giocare 14 contri 11, al­lungando le rotazioni ai cambi in panchina. Niente di irregola­re, ci mancherebbe, tocca a Sar­rieventualmente riequilibrare i giochi e giocarsi le sue carte supplementari.


IN ATTACCO – Già, perché Spal­letti ha scelto la squadra base, quella che gli dà maggiore affi­dabilità ed equilibrio, ma al suo arco ha almeno tre se non quat­tro frecce da giocarsi strada fa­cendo, a partita in corso. Un po­ker d’assi, che dovrà diventare obbligatoriamente un tris per­ ché più cambi non se ne possono fare. Ma quelli il tecnico giallo­rosso li farà e probabilmente punta a giocarsi la partita pro­prio così, allungando le rotazio­ni.
 E se sarà un tris d’assi, il pri­mo non può che essere proprio Francesco Totti, che entrando dalla panchina ha risolto le ulti­me tre partite (assist a Salah con il Bologna, gol con l’Atalanta e doppietta con il Torino). Il capi­tano della Roma ha dimostrato di poter incidere come nessun altro a partita in corso, magari nel finale di gara, anche l’ultima mezz’ora, quando le gambe av­versarie diventano più molli e le idee si annebbiano. Lì Totti può far male con la sua classe e il suo genio, trovando magari la gio­cata decisiva o lo spunto in gra­do di fare la differenza. Con lui, poi, l’altra freccia offensiva nel­ l’arco giallorosso è Edin Dzeko l’uomo che con Higuain aveva infiammato i sogni estivi dei ti­fosi romanisti. La storia poi ci ha detto che (almeno ora) tra i due c’è un abisso e chissà se si potrà mai colmare. Per portare a casa la vittoria della speranza, però, Spalletti puntaanche su di lui, sul suo fisico, le sue sponde e la sua capacità (più passata che at­tuale) di riuscire a fare reparto da solo. Dzeko potrà entrare se la partita sarà in bilico o se laRoma dovrà amministrarla (ma­gari stando avanti nel punteggio), cercando così di dare un punto di riferimento offensivo alla manovra giallorossa in caso di ultrapressione avversaria.

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