martedì 27 dicembre 2016

Kevin Strootman


Nella rassegna del 2016 giallorosso non poteva mancare un momento tanto atteso dai tifosi giallorossi: il ritorno di Kevin Strootman...
Darcy Norman, Director of Performance AS Roma: “Kevin Strootman è un caso unico, visto quello che ha dovuto affrontare. Io penso che il suo calvario avrebbe frenato una persona diversa, ma proprio grazie a quella sua forza mentale, ben visibile anche sul campo, è stato capace di superare tutto e di prendersi cura del proprio corpo.
“Vi dirà che questi infortuni gli hanno insegnato a essere più “professionale” nel modo in cui si prende cura di se stesso adesso. Io credo che questi infortuni avrebbero davvero portato ad abbattersi una persona meno forte, ma Kevin ha avuto le capacità per affrontarli. È tutto merito suo”.
Alberto De Rossi, allenatore AS Roma Primavera: "Quando si allenava con noi, Strootman chiese con veemenza ai miei calciatori di farsi sentire sul campo, voleva il contatto: in una seduta di allenamento si mise a urlare e quello fu un momento che rimarrà sempre impresso nella mente dei miei calciatori. Un attestato di professionalità incredibile. Vorrei una cosa: vorrei che ogni tanto un professionista della Prima Squadra venisse ad allenarsi con noi, non solo dopo un infortunio, ma anche quando sta bene: sarebbe un momento di crescita incredibile. Sarebbe bello anche avere Spalletti per un allenamento, farebbe bene a tutti i ragazzi della rosa”.
Darcy Norman: “Il processo di recupero è come una squadra: ci sono giocatori in vari ruoli e tutti hanno una parte nel processo. Non si vince una partita senza uno di loro e le riabilitazioni non riescono solo grazie ad una persona. Si inizia con la giusta diagnosi dell’infortunio, poi se è necessaria l’operazione, ci vuole un chirurgo d’eccellenza per eseguirla bene, e, in seguito, i fisioterapisti hanno il compito di fare tutto quel lavoro invisibile di recupero dei tessuti molli. Dopo questo, viene il lavoro atletico che li riporta in campo. Proprio come nel calcio ci sono elementi tattici e tecnici per tutto. Ci si chiede costantemente “cosa possiamo fare per aiutare di più questa persona?”. Naturalmente c’è anche l’aspetto mentale. Alcune persone, come Kevin, è necessario trattenerle, ma altre vanno decisamente spronate a fare di più o motivate fissando obiettivi, date e un percorso di recupero.
“È un processo come altri e abbiamo un grande team che segue la squadra e lavora al meglio per assicurare che i giocatori si riprendano al più presto possibile. Ogni recupero è uguale, ma allo stesso tempo diverso. Nel calcio hai due terzini destri, ma non sono la stessa cosa, hanno la stessa posizione, ma giocano in maniera leggermente diversa. Ancora una volta, lo stesso vale per gli infortuni: si può trattare dello stesso infortunio, ma il processo di recupero agisce in maniera differente sui giocatori in base a molte variabili, dal lavoro sul tessuto alla tolleranza al dolore e al tipo di fisico.
“Se un giocatore è notoriamente più forte di un altro, allora il processo può avanzare più rapidamente. Tutto questo deve essere tenuto in conto, ma da un punto di vista procedurale facciamo sempre in modo che i giocatori raggiungano determinati requisiti prima di farli avanzare allo step successivo, sia che si tratti di corsa o di cambi di direzione. Questo ci permette di continuare a perfezionare il nostro sistema e di trovare modi sempre più efficaci di accorciare il processo.
“Ci proponiamo di rendere la riabilitazione così difficile che a confronto la partita sembra semplice. Vogliamo che i giocatori siano pronti a ogni circostanza. Vogliamo che siano preparati al peggiore scenario possibile. Abbiamo persone che dicono: “Wow, questo è nettamente più complicato del lavoro che la squadra sta facendo” e noi gli rispondiamo che se riescono a resistere a questo possono resistere a tutto. Naturalmente ci sono circostanze che non si possono ricreare prima del ritorno in campo – tackle, contatti – ma queste variabili esistono sempre, non bisogna dimenticare in primo luogo che questi ragazzi si infortunano nonostante un corpo in forma ottimale”.

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