Oggi Dodò può spiccare il volo |
Domenica 28 Ottobre 2012 09:06 |
DANIELE GALLI
È il giorno. Anzi, onde evitare di apparire eccessivamente ottimisti, può essere il giorno.Quello di Dodò, quello del debutto con la maglia della Roma, quello della prima voltavera perché l’altra volta, con l’Aris Salonicco, era un’amichevole, un test estivo, unassaggio di classe per i palati dell’Olimpico. Un assaggio: sette minuti, solo sette, fuoriPiris e dentro Dodò. Oggi il terzino brasiliano ritrova (o può ritrovare: dipende, meglioripetersi, dal grado di ottimismo) l’Olimpico, ma in una partita vera, che vale tre punti econta quindi molto di più degli applausi di Curve e Tribune per una giocata che fu unlampo di luce, un bagliore all’orizzonte, la speranza di avere in casa un altro Cafu,stavolta sulla fascia sinistra. «Dodò sta bene. Non è scontato che giochi titolare ma èprobabile». Lo ha detto ieri Zeman, che non ha certo bisogno di giocare a carte coperte,il suo 4-3- 3 vola adesso anche cambiando gli interpreti, vola come potrebbe volareDodò. Il pupazzo che fa divertire i bambini potrebbe far divertire oggi gli adulti.Nell’immaginario collettivo potrebbe trasformarsi in un calciatore.
José Rodolfo Pires Ribeiro ha superato gli ostacoli di un infortunio tremendo, di quelli spaccacarriere, col lavoro ha cambiato il suo futuro. Ha accettato l’invito di Sabatini, ha salutato il Corinthians per scegliere di varcare l’oceano. Un abbraccio agli amici, un bacio alla famiglia, un arrivederci agli orizzonti di Campinas, terra natale. La sfida era la Roma, un’altra mentalità, un altro calcio. Però serviva un maestro. A Trigoria l’ha trovato. Ha trovato Zeman, ma anche tanto scetticismo: e questo chi è? È uno che viene disegnato come un giovane fuoriclasse. Uno che non sarà Roberto Carlos, ma forse anche sì. Basta aspettare, per i confronti c’è tempo: Dodò ha appena vent’anni. In attesa di conoscere il giocatore Dodò, si conosce il ragazzo Dodò. A Roma conduce una vita regolare. Ha legato moltissimo, e non sarebbe potuto essere diversamente per lingua, ed età soprattutto, con Marquinhos. Con la esse finale. Gli piace la cucina italiana, ma per quella romana ha un’autentica predilezione. Il suo piatto preferito è la pasta all’amatriciana (che però a dire il vero con Roma c’entra poco: nella Capitale la portarono i pastori di Amatrice). Ha seguito la squadra a Milano contro l’Inter e a Torino contro la Juve, lo ha fatto anche se da infortunato era dispensato, anche se avrebbe potuto decidere di starsene a casa davanti alla Play. Ha un tecnico per maestro, ma anche qualche compagno per guida.
A Trigoria raccontano che quello che gli dà più consigli ha undici anni più di lui. Sichiama Balzaretti. Pensate. Stesso ruolo, eppure Federico ogni volta che può assistequesto ragazzo dalla chioma alla Sic. Gli spiega i principi del collettivismo zemaniano.Questione di saggezza, questione che Balzaretti guarda alla carta di identità e sa che ilpresente è suo, ma il futuro passa per forza per i piedi altrui. Oggi Federico non ci sarà,messo fuori causa da una lesione di primo grado. Al contrario, e magari qui c’è lozampino del destino, Dodò si allena assieme al gruppo da inizio settimana. C’è chi aTrigoria predica prudenza, c’è chi è convinto che non abbia assolutamente 90 minutinelle gambe e che alla fine Zeman opterà per la soluzione Marquinhos, con Castan eBurdisso centrale. C’è chi sostiene che schierarlo titolare contro l’Udinese sia unazzardo. Proprio come quello di lasciarsi tutto alle spalle per scoprire l’Europa. Oggipotrebbe scoprire qualcos’altro. Per esempio, quant’è bello giocare per la Roma, oltreche girare per Roma
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