domenica 18 novembre 2012

VIA GLI AMERICANI DALLA ROMA

As Roma_Pianeta Giallo Rosso

Il fallimento totale della nuova proprietà e dei due top-manager messi a capo della società. Che però non pagano per i loro errori. In bilico invece ci sono tre romanisti: Zeman, De Rossi e Bruno Conti...


franco baldini con james pallotta
ROMA, 12 NOVEMBRE 2012 - Questa Roma è un disastro. Altro che American Dream.Quello che stiamo vivendo è un incubo senza fine. Lentamente, ma inesorabilmente, ce ne stiamo rendendo conto.
Due stagioni con la nuova proprietà americana al comando (almeno stando a quello che ci raccontano), due fallimenti clamorosi e dolorosi. Lo scorso campionato è stato un autentico disastro, caratterizzato da una serie di insuccessi in serie e figuracce che resteranno scolpite nella memoria per tanti anni.
Questa seconda annata sta ripetendo pedissequamente gli stesso terribili eventi della scorsa: non siamo nemmeno alla metà di novembre, che questa Roma sembra non avere più alcuna ambizione serie e concreta. La squadra giallorossa veleggia a singhiozzo, alternando vittorie roboanti e cadute rovinose. E' una Roma senza identità, senza carattere, senza una società seria e solida alle spalle.
E' una Roma senza romanità, senza un presidente, un vero padre-padrone che sappia comandare con passione questa squadra. Gli americani stanno fallendo miseramente. Completamente a digiuno di calcio, si sono affidati in pieno ai due top-manager (a detta loro...) che rispondono al nome di Franco Baldini e Walter Sabatini.
Due dirigenti che stanno distruggendo una squadra grazie ad una serie di scelte infelici, che si stanno rivelando disastrose e che stanno compromettendo il futuro di questo club. Dalle campagne acquisti del ds Sabatini, che si stanno evidenziando come completamente fallimentari (zero acquisti di livello in difesa e sugli esterni e troppi giocatori regalati a zero euro), alla gestione dei casi Totti (lo scorso anno) e De Rossi (quest'anno) del direttore generale Baldini. Senza contare poi la scelta a dir poco scellerata di portare un non-allenatore (nel senso che non aveva mai allenato da professionista) come Luis Enrique sulla rovente panchina giallorossa.
Un disastro. Ma solitamente la visione del business americana prevede che se gli affari non portano i risultati sperati, cominciano a cadere le teste dei manager che hanno operato quelle scelte sbagliate. Qui invece le uniche teste che sembra sul punto di rotolare sono quelle dei pochi romanisti rimasti in società: Zeman, Bruno Conti, Daniele De Rossi. Ci siamo bevuti il cervello?
Se così stanno le cose, c'è da sperare che presto qualcuno venga a liberarci da questa gestione americana. UniCredit permettendo.
Andrea Fiorini

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