venerdì 26 settembre 2014
Totti: «Prima di smettere voglio lo scudetto»
Il capitano e simbolo della Roma per i suoi 38 anni: «Sensi mi ha dato cuore e anima. Mazzone secondo padre. Con Nesta un grande rapporto, Buffon uno dei pochi amici che ho nel calcio. Cassano? Ha fatto meno di quello che poteva fare, tecnicamente è uno dei più forti al mondo ma la capoccia...De Rossi? Contento sia lui il futuro capitano»
ROMA - Dai successi già colti in campo al sogno di giocare nel nuovo stadio, passando per le persone conosciute strada facendo con gli scarpini ai piedi. Alla vigilia del suo trentottesimo compleanno Francesco Totti riavvolge il nastro della memoria e ripercorre una vita a tinte giallorosse. Le stesse che vorrebbe veder trionfare ancora in Italia."Difficilmente dimenticherò il giorno in cui ho vinto il mio primo scudetto,
ho realizzato un sogno, è stata una gioia indescrivibile - confessa nel corso di una intervista a RomaTV - Spero di riuscire a ripetermi prima di smettere". Se lo augurano ovviamente anche i tifosi romanisti, assieme al presidente James Pallotta e al tecnico Rudi Garcia. Per Totti il patron statunitense "è un personaggio grandioso, giovane dentro. Sta facendo grande la Roma e continuerà in futuro, anche se non dovesse riuscire a darci lo stadio di proprietà, la nuova casa della Roma in cui tutti aspettiamo con ansia di sapere se Totti riuscirà a giocare o meno". "Garcia? Per me è un grande, e non perché mi deve far giocare - sottolinea ridendo il capitano -. Mentalmente ha un altro passo, non ha fatto nessuna fatica a calarsi nel calcio italiano. Tratta tutti allo stesso modo, fa sentire tutti importanti, fa stare bene. Per lui diamo il 101%, speriamo di condividere cose importanti molto presto".
Prima di soffiare sulle 38 candeline, però, Totti non dimentica di ringraziare chi lo ha accompagnato sin dai primi passi. "Se sono arrivato a questo punto devo dire grazie alla mia famiglia. Mi hanno fatto crescere nella maniera migliore" ricorda, prima di dedicare un pensiero alla 'sua', di famiglia: "È anche grazie a mia moglie Ilary se riesco a fare sul campo quello che voglio, a divertirmi, perché lei mi fa stare bene, mi ha dato due gioielli e spero me ne dia altri. I miei figli sono la mia vita, per loro farei qualsiasi cosa. Non c'è cosa più bella al mondo di avere l'amore dei propri figli". Amore che, sebbene in forme differenti, Totti ha spesso e volentieri trovato sulla sua strada di calciatore. Basti pensare al modo in cui ricorda l'ex presidente Franco Sensi ("mi ha dato il cuore, l'anima") o Carlo Mazzone ("è stato un secondo padre"). Per non parlare poi dell'amicizia, ad esempio con l'ex rivale Nesta ("abbiamo avuto sempre un grande rapporto, abbiamo fatto quasi tutto il settore giovanile insieme e si vedeva già che saremmo potuti diventare capitani della Lazio e della Roma, ci frequentavamo spesso e lo sento come un grande amico") o con Buffon ("è uno dei pochi amici che ho nel calcio. Speravo di giocare con lui nella Roma, c'è mancato poco, resta un avversario stimato"). Più controverso il rapporto con Cassano: "È un matto, ma anche il giocatore con cui mi sono trovato meglio, parlavamo la stessa lingua con i piedi. A Roma l'ho adottato come un fratello, poi ci siamo allontanati non so bene per quale motivo. Per me ha fatto meno di quello che poteva fare. Tecnicamente è uno dei più forti al mondo, ma la capoccia lo ha condizionato". E portato via dalla Capitale. Dove invece resterà Daniele De Rossi, pronto ad ereditare la fascia una volta che gli scarpini di Totti finiranno appesi al chiodo: "È un amico con cui ho convissuto tanti momenti belli e brutti. È cresciuto nel settore giovanile e sono fiero che sia lui il futuro capitano". . E la Curva Sud? «Trovare le parole non è facile, i tifosi ti danno tanto. Io sono stato lì e so cosa vuol dire, cosa provano. Essere tifosi della Roma è un orgoglio a 360 gradi, che altri tifosi non ti danno. Ricordo il giorno del primo gol in Serie A, il 4 settembre 1993: il mister mi disse il giorno prima che avrei giocato dall'inizio con Fonseca al posto di Balbo e rimasi incredulo. Non me lo sarei mai aspettato, esordire alla prima giornata davanti al nostro pubblico e segnare per me è stata un'emozione unica».
ho realizzato un sogno, è stata una gioia indescrivibile - confessa nel corso di una intervista a RomaTV - Spero di riuscire a ripetermi prima di smettere". Se lo augurano ovviamente anche i tifosi romanisti, assieme al presidente James Pallotta e al tecnico Rudi Garcia. Per Totti il patron statunitense "è un personaggio grandioso, giovane dentro. Sta facendo grande la Roma e continuerà in futuro, anche se non dovesse riuscire a darci lo stadio di proprietà, la nuova casa della Roma in cui tutti aspettiamo con ansia di sapere se Totti riuscirà a giocare o meno". "Garcia? Per me è un grande, e non perché mi deve far giocare - sottolinea ridendo il capitano -. Mentalmente ha un altro passo, non ha fatto nessuna fatica a calarsi nel calcio italiano. Tratta tutti allo stesso modo, fa sentire tutti importanti, fa stare bene. Per lui diamo il 101%, speriamo di condividere cose importanti molto presto".
Prima di soffiare sulle 38 candeline, però, Totti non dimentica di ringraziare chi lo ha accompagnato sin dai primi passi. "Se sono arrivato a questo punto devo dire grazie alla mia famiglia. Mi hanno fatto crescere nella maniera migliore" ricorda, prima di dedicare un pensiero alla 'sua', di famiglia: "È anche grazie a mia moglie Ilary se riesco a fare sul campo quello che voglio, a divertirmi, perché lei mi fa stare bene, mi ha dato due gioielli e spero me ne dia altri. I miei figli sono la mia vita, per loro farei qualsiasi cosa. Non c'è cosa più bella al mondo di avere l'amore dei propri figli". Amore che, sebbene in forme differenti, Totti ha spesso e volentieri trovato sulla sua strada di calciatore. Basti pensare al modo in cui ricorda l'ex presidente Franco Sensi ("mi ha dato il cuore, l'anima") o Carlo Mazzone ("è stato un secondo padre"). Per non parlare poi dell'amicizia, ad esempio con l'ex rivale Nesta ("abbiamo avuto sempre un grande rapporto, abbiamo fatto quasi tutto il settore giovanile insieme e si vedeva già che saremmo potuti diventare capitani della Lazio e della Roma, ci frequentavamo spesso e lo sento come un grande amico") o con Buffon ("è uno dei pochi amici che ho nel calcio. Speravo di giocare con lui nella Roma, c'è mancato poco, resta un avversario stimato"). Più controverso il rapporto con Cassano: "È un matto, ma anche il giocatore con cui mi sono trovato meglio, parlavamo la stessa lingua con i piedi. A Roma l'ho adottato come un fratello, poi ci siamo allontanati non so bene per quale motivo. Per me ha fatto meno di quello che poteva fare. Tecnicamente è uno dei più forti al mondo, ma la capoccia lo ha condizionato". E portato via dalla Capitale. Dove invece resterà Daniele De Rossi, pronto ad ereditare la fascia una volta che gli scarpini di Totti finiranno appesi al chiodo: "È un amico con cui ho convissuto tanti momenti belli e brutti. È cresciuto nel settore giovanile e sono fiero che sia lui il futuro capitano". . E la Curva Sud? «Trovare le parole non è facile, i tifosi ti danno tanto. Io sono stato lì e so cosa vuol dire, cosa provano. Essere tifosi della Roma è un orgoglio a 360 gradi, che altri tifosi non ti danno. Ricordo il giorno del primo gol in Serie A, il 4 settembre 1993: il mister mi disse il giorno prima che avrei giocato dall'inizio con Fonseca al posto di Balbo e rimasi incredulo. Non me lo sarei mai aspettato, esordire alla prima giornata davanti al nostro pubblico e segnare per me è stata un'emozione unica».
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